Ad ogni modo, ci troviamo nell’isola di Rivo Alto, il cuore economico dell’antica Serenissima. Qui, un tempo, si trovavano cambisti, mercanti di tutti i paesi e si scambiavano grosse quantità di merci. Stoffe di Fiandra, abiti, tende di seta, profumi e balsami orientali, muschio, sandalo, incenso e spezie preziose, come il pepe (considerato l’oro nero del medioevo e usato anche moneta di scambio), la noce moscata, il chiodo di garofano, lo zenzero, la cannella, la galanga, il laudano, l’oppio del Cairo e coloranti come la robbia, la gommalacca e l’allume per fissare i colori sui tessuti.
Sotto i portici c’erano gli orefici e i gioiellieri che trattavano turchesi persiani, smeraldi indiani, cristallo di rocca e lapislazzuli afgani, rubini, zaffiri, corniole, topazi, diamanti e di tutto e di più.
A tutte queste merci, si aggiungevano poi le verdure, la frutta, i pesci, le gabbie con i polli. Insomma, possiamo immaginare cosa significava aggirarsi per questo mercato, un tripudio di colori e profumi di proveniente cosmopolita.
Il mercato tutt’oggi è presente e viene vissuto vivacemente dai veneziani.